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Vacanze: cosa ti rimane oltre i selfie?

La tua vita merita una libertà più duratura di una settimana di vacanza: al rientro tutto può tornare com’era o… puoi scegliere di cambiare. Vuoi scoprire come?

Le agognate vacanze stanno finendo e i media stanno affollando pagine di carta e pagine web di consigli per il rientro a lavoro, a scuola e per affrontare i problemi che ci eravamo lasciati alle spalle.

In questo articolo non ci sono consigli per perpetuare l’illusione che abbiamo riposto nel muoverci per andare in ferie, sfidando COVID e assembramenti con e senza mascherina: l’importante era andare in vacanza per soddisfare quel senso di irrequietezza e di insoddisfazione che sempre ci accompagna e che sarebbe diventato insopportabile se non avessimo avuto la possibilità di far vedere i selfie, quanto siamo fighi o importanti perché siamo nel luogo tal di tale lontano da casa e, soprattutto, il nostro sorriso a dimostrazione di quanto siamo felici. Sono partiti anche coloro che lamentavano di non aver ricevuto la cassa integrazione e che, con tanti sacrifici, sono riusciti a rimettere insieme i soldi per almeno 2, 3, 4 giorni di vacanza. Altri hanno dovuto lavorare per recuperare qualche cosina, ma sono arrivati al massimo degli ormoni dello stress.

Queste righe non vogliono alimentare l’illusione del “va tutto bene”, anzi, vuole, per quanto possibile, svegliare le coscienze. Purtroppo non siamo educati e abituati all’etica, alla responsabilità delle nostre vite e del mondo che abitiamo e quindi ci accontentiamo di andare in vacanza – nonostante tamponi e mascherine – anziché mirare a qualcosa di più importante e duraturo. Si ambisce alla libertà ma continuiamo a fare tutto quello che corrisponde alle aspettative dei burattinai del mondo dei burattini. I burattinai – i nuovi dominatori tecnologici – sanno prevedere tutto di noi: cosa faremo, dove andremo, quanto, dove e per cosa spenderemo, ma noi, contenti del nostro selfie, non ce ne curiamo. La nostra attenzione è rivolta all’esterno, alla superficie, all’esteriorità e così poco alla nostra interiorità, ad accrescere la consapevolezza e la coscienza di noi stessi.

Ecco perchè al ritorno dalle ferie la nostra illusione volge al suo termine e incominciamo a lagnarci, a lasciarci andare ai pensieri negativi, a essere svogliati, a discutere in famiglia e a cercare invano un’altra illusione su cui riporre le nostre speranze, in un ciclo destinato a ripetersi senza fine.

“La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente. Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturati per vivere e basta. Casa vuol dire vivere e basta? Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita. Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado di percepire altro.

C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”: sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri.”

(C. Castaneda)

Le parole di Castaneda spiegano a perfezione il nostro stato di esseri umani: solo alcuni sono disposti a mettersi in gioco e iniziare il viaggio del “guerriero”. Esseri guerrieri non vuol dire rinunciare alle meritate ferie, al riposo e al divertimento. Il “guerriero” sa vivere a pieno ogni momento e lo fa con leggerezza e, soprattutto, con continuità. Conosce l’arte del vivere, per questo sa divertirsi lavorando o mentre è in ferie, è consapevole del potere illimitato del proprio cervello e libero da vincoli per esplorare le innumerevoli possibilità dell’universo quantico. In altri termini ha “cura di sé” ma senza confinarsi nel suo spazio individuale, senza rimanere chiuso nel cerchio dei propri pensieri, vittima delle proprie credenze, schiavi dei propri pregiudizi, tutt’altro!

Aver cura di sé significa concentrare l’attenzione sul processo di autoindagine, su ciò che ci sta veramente a cuore e andare in vacanza se veramente lo vogliamo, non solo come risposta a un conformismo di massa o per sfuggire al nostro senso di disagio interiore.

Significa trovare una strada per accedere al nostro nucleo più intimo e scoprire quelle potenzialità che già possediamo, che ci accompagnano sempre e che richiedono, come unico investimento la tua volontà.

Vogliamo cominciare insieme questo nuovo viaggio?

 

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