Quando si parla di amore non posso fare a meno di iniziare con la famosa domanda di Massimo Recalcati nel suo Lessico Amoroso: “L’amore è quello che brucia o quello che dura?”. È infatti luogo comune pensare che il “bruciare” e il “durare” riferiti all’amore siano rigidamente contrapposti e una tale opinione fa parte del nostro tempo. Resta comunque un’opinione, seppur confermata da tante esperienze di storie d’amore iniziate come una fiamma destinata ad ardere per sempre, per poi diventare un mucchietto di cenere grigia e triste capace solo di mettere in risalto i difetti dell’altro. Il desiderio si trasforma in monotonia che si impossessa della coppia facendo scomparire definitivamente quel fuoco ardente di un tempo.
Eppure ci sono amori che durano nel tempo senza smettere di bruciare, una “quiete accesa” come diceva Ungaretti. Qual é allora il segreto di queste relazioni? In cosa consiste questa capacità di ritrovarsi come se fosse sempre la prima volta, come quando affascinati dallo stesso tramonto ogni sera non smetteremmo mai di guardarlo?
Spesso ci si concentra su ciò che si è incrinato, sulla logica del sacrificio anche se il sacrificio in amore non ha motivo di esistere. Oppure, l’amore viene confuso con il bisogno, il bisogno di non essere soli, il bisogno di qualcuno che ci aiuta in tutto ciò in cui non ci sentiamo capaci…una stampella, insomma, sempre lì pronta a sostenerci. In questo articolo invece vorrei prendere ad esempio le coppie che durano e funzionano, in due parole, sono felici.
Quando vedi queste coppie è evidente la loro complicità, il loro intendersi con uno sguardo, il loro sostenersi a vicenda, sembra quasi che l’uno, come in un teatro della vita, diventi alternativamente la spalla dell’altro, attore protagonista per un momento e disposto a cedere il posto all’altro il momento dopo. I due partner stanno sempre allo stesso pari (non c’è uno che prevale e l’altro in ombra, oppure come dico sempre… una locomotiva che traina un vagone), tutt’altro: ognuno con le sue caratteristiche peculiari, con la propria cultura, con la propria esperienza e ad un certo punto queste si fondono in una continua esaltazione l’uno dell’altro. Sarà allora questo il loro segreto?
In amore non è mai importante cosa posso ottenere dall’altro ma cosa posso donare all’altro perché il nostro desiderio si soddisfa nel desiderio dell’altro verso di noi. Quando una madre allatta il figlio non pensa a cosa può ricevere in cambio dal figlio, non si sta sacrificando, ma gode dell’amore che riceve nel donarsi a chi ama.
Talvolta, le persone accettano una relazione con la speranza di cambiare l’altro, per far diventare l’altra persona simile a se stessa, modellandolo a sua immagine e somiglianza, ma l’amore si nutre del segreto dell’Altro, del desiderio di scoprire una piccola parte dell’Altro ogni singolo giorno, della curiosità di conoscere quello straniero sconosciuto incontrato chissà come, dove e perché. Il fatalismo e il segreto sono altri due ingredienti dell’Amore che dura. Eppure spesso ci affanniamo a cercare quella sicurezza immutabile e invariante che si trasforma nella domanda costante “Mi ami?”, come se quelle due piccole parole e la relativa risposta potessero rappresentare la costante della vita amorosa. Purtroppo, è esattamente l’opposto! La relazione che dura e che arde è proprio basata su quel dubbio, su quell’incertezza, che ogni partner cerca di trasformare ogni giorno, con il proprio donarsi, in un fantastico “SI”.
E per concludere indicazioni per l’uso:
1) prima di iniziare una relazione cerca di conoscere te stesso
2) mantieni il bacio, ogni giorno
3) abbracciatevi spesso, ogni giorno
4) guardatevi intensamente negli occhi, ogni giorno
5) fatevi domande, cerca sempre di esplorare il punto di vista dell’altro
6) se il tuo uomo è taciturno, lascialo stare, è entrato nella caverna e sta cercando la soluzione
7) se la tua donna non smette di parlare, lasciaglielo fare, e non cercare di darle la soluzione, lei sta cercando di trovare la sua soluzione
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