L’amore è descritto come il sentimento più grande e intenso, il mistero che dà senso all’esistenza ma è, allo stesso tempo, fonte di sofferenza quando è rifiutato o lo perdiamo.
L’amore è un legame con un individuo, con la natura, l’universo, un dio in cui creiamo e se avviene una rottura, è comprensibile che venga vissuta come una minaccia, visto che l’amore è anche apertura di se stessi verso l’esterno e la sua perdita sfocia in una contrazione e in una chiusura tanto dolorosa quanto potente era la felicità scaturita da quell’amore.
Spesso la perdita dell’amore causa più sofferenza rispetto alla gioia provata vivendo quello stesso amore
Questa sindrome del cuore infranto sfortunatamente spesso dura molto più a lungo del beneficio provato, poichè si ha paura di aprirsi nuovamente all’amore. Nel cuore rimane un desiderio d’amore che non può essere soddisfatto fino a quando persiste la paura della perdita e del rifiuto.
La relazione che maggiormente rappresenta un legame amoroso è quella tra madre e figlio. Nel mondo animale la perdita di questo legame è fatale per il bambino che non trova una madre sostitutiva. Quando invece la relazione è sicura, il piccolo è appagato nel suo essere e diventerà un adulto capace di stabilire un legame analogo vitale con un altro individuo.
L’impulso verso il legame amoroso è imprescindibile, nonostante l’eventuale rottura nell’infanzia e ogni individuo cercherà coscientemente o inconsciamente per tutta la vita un legame amoroso con un altro individuo. Amare è qualcosa che accade spontaneamente quando gli individui che si incontrano scoprono che i loro cuori battono con lo stesso ritmo e i loro corpi vibrano allo stesso livello.
Se nell’infanzia non siamo stati appagati o siamo stati gravemente danneggiati, l’approccio amoroso adulto avverrà per tentativi, il nostro protendersi sarà esitante e la nostra apertura all’esistenza limitata
[Paola Dondoli]
Può accadere attraverso il contatto visivo o qualche altra forma di contatto, ma succede solo quando è abbastanza forte da far battere il cuore, da accelerare il polso e far vibrare il corpo in una piacevole eccitazione. E’ l’eccitazione di aver trovato un paradiso perduto, quando per la prima volta si spezzò il legame amoroso con la madre. Nessun bambino può conservare il legame amoroso con la propria madre. Il suo stesso destino lo costringerà a separarsi, ad avventurarsi nel mondo, e a stabilire un legame amoroso che si realizzerà nel rapporto sessuale.
Il passaggio all’età adulta avviene attraverso quello che Freud ha definito periodo di latenza, durante il quale si stabiliscono legami positivi con gli amici e vengono vissute romantiche relazioni amorose.
Vic: Non hai capito… Non è per loro (i genitori nda) che sono scappata: è per te.
[da Il Tempo Delle Mele]
Appagati o no, tutti passiamo alla fase adulta almeno da un punto di vista biologico, ma se nell’infanzia non siamo stati appagati o siamo stati gravemente danneggiati, l’approccio amoroso adulto avverrà per tentativi, il nostro protendersi sarà esitante e la nostra apertura all’esistenza limitata. Certo che potremo innamorarci, l’amore è la nostra ancora di salvezza, ma l’abbandono sarà solo temporaneo, una rinuncia momentanea al controllo dell’ Io nella nostra costante lotta per a sopravvivenza.
Questa incapacità di abbandonarsi all’amore sta alla radice di tutti i problemi emotivi che portano le persone in terapia. L’individuo ferito nei suoi primi rapporti con i genitori ha eretto una serie di difese contro la possibilità di ricevere altre ferite che nel suo vissuto sono una minaccia per la vita stessa. Queste difese sarebbero facilmente eliminabili se si trovassero nella mente conscia, perchè in tal caso basterebbe la volontà. Avendo vissuto con esse fin dall’infanzia, le difese sono diventate parte della personalità e si sono strutturate nella dinamica energetica del corpo.
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