Il 2016 è volato, con i suoi momenti belli e quelli meno belli e adesso che il Nuovo Anno è iniziato è il momento dei “buoni propositi” che, purtroppo, sono inesorabilmente destinati al fallimento. Secondo una ricerca della University of Scranton in Pennsylvania, solo l’8% di chi stabilisce risoluzioni per il nuovo anno le mantiene.
Ed allora che fare? Quale metodo o formula applicare per vivere il cambiamento che ci siamo proposti, perché di cambiamento alla fine si tratta!
Ed ecco i consigli della tua personal coach che per prima cosa ti consiglia di trasformare i buoni propositi in obiettivi.
Un obiettivo è diverso: è Specifico, Misurabile, Attuabile, Raggiungibile e Tempificabile, è SMART.
Un vero obiettivo deve essere specifico ed espresso in termini positivi: non possiamo dire voglio smettere di fare……. (una qualsiasi cosa). Così non funziona in quanto la nostra mente non recepisce la negazione ed è quindi necessario stabilire esattamente cosa vogliamo fare in scala di priorità. Quello che invece succede di solito é che i propositi del nuovo anno si presentano sotto forma di un lungo elenco di obiettivi generici. “Niente di più sbagliato. Le liste lunghe sono letali: troppe cose da fare, troppe cose da tenere a mente e, soprattutto, nessun piano d’azione”
Quello che consiglio sempre ai miei clienti quando iniziamo un percorso insieme è, ancor prima di individuare gli obiettivi, individuare i propri valori e poi gli obiettivi coerenti con i loro valori. Partire da qui è determinante: se ciò che vogliamo è coerente con ciò che siamo la possibilità di arrivare al risultato desiderato è molto più ampia.
Concentrare poi tutta la propria energia su un obiettivo per volta e accertatesi che le proprie risorse siano sufficienti a rendere l’obiettivo attuabile è il secondo passo. Con la parola risorse non intendo risorse economiche ma entusiasmo, forza di volontà, organizzazione, focus sull’obiettivo e soddisfazione ad ogni piccola tappa raggiunta. Abbiate anche un’aspettativa realistica: se il traguardo è troppo ambizioso, ci risulta anche troppo lontano dal presente mentre un obiettivo deve essere a una distanza ragionevole dal punto di partenza.
E adesso che hai il tuo obiettivo chiaro e positivo: il piano d’azione. Un efficace piano d’azione risponde a quattro domande: cosa, chi, come e quando. In altre parole, descrive l’obiettivo, chi lo realizza, con quali risorse e con quale tempistica. Deve essere concreto e dettagliato, con le azioni che possono essere realizzate da te o da chi vuoi farti aiutare. Trovare un alleato è una buona scelta per il supporto che ne ricevi e l’obbligo a mantenere il tuo impegno verso la persona che ti sta aiutando.
Infatti, non è da escludere che durante il cammino si incontrino degli ostacoli che devono essere previsti e gestiti. “Per arrivare al risultato, occorrono determinazione, impegno e anche fatica. Dobbiamo essere consapevoli che, per raggiungere la meta, avremo a che fare con insuccessi e difficoltà che, spesso non sono esterni noi, ma dentro di noi. Alcune persone, ad un certo momento del loro percorso, non riescono nemmeno a vedere i miglioramenti che stanno facendo o le piccole tappe che stanno raggiungendo e ogni volta che faccio in modo che ne diventino consapevoli, non si arrendono alla realtà e continuano ad esprimersi con frasi del tipo “tanto non ci riesco”, “è impossibile”, “è sempre andata così” mettendo in atto un atteggiamento mentale che evidenzia le loro barriere interne. Prenderne atto ci consente di metterle in discussione e di sostituirle con la consapevolezza dei nostri punti di forza.
Infine, quando il piano d’azione è definito e vi siete messi all’opera, premiatevi per ogni passo che vi porta più vicini alla meta. “Potete dirvi semplicemente “Grazie” davanti allo specchio o concedervi qualcosa di “proibito” in quel momento, come un dolcetto per chi sta facendo la dieta. Allenare il cervello a celebrare le piccole vittorie, contribuisce a rafforzare la nostra volontà e la capacità di raggiungere i traguardi che ci siamo posti”.
Buon 2017!