Cosa succede nella vita di un bambino insicuro
Un bambino insicuro è un bambino privo di quella luce unica che traspare dagli occhi di chi, invece, sicuro lo è. Ma perchè sono sempre meno luminosi gli occhi dei bimbi? Perchè stiamo assistendo ad una vera e propria “epidemia” , quella appunto del bambino insicuro.
Crescere bambini sicuri di sè vuol dire avere adulti che sapranno come pilotare la loro vita. Un argomento oggi ancor più fondamentale di ieri quando le scelte erano forzate: fai questo o fai quello, sei così o sei fuori.
Tutti i i genitori cercano di fare del loro meglio per crescere figli felici e soprattutto vorrebbero, non ripetere quello che è stato fatto o non è stato fatto a loro. Ma quale la scelta giusta e quella sbagliata per trasmettere autostima e allo stesso tempo responsabilità , in modo tale da crescere adulti consapevoli di se stessi e di quello che vogliono fare ed essere.
Inevitabilmente fin dai primi mesi di vita si creano le protoemozioni, sensazioni che il bambino percepisce in maniera grezza, tensioni senza nome e consapevolezza. Attraverso il rapporto con la mamma o con la figura che lo accudisce, tali tensioni si trasformano successivamente in emozioni coscienti. Se tale trasformazione non si verificasse si tradurrebbe in scarsa affettività; al contrario se tali emozioni allo stato elementare non venissero adeguatamente regolate, sfocerebbero in esplosione affettiva e continua ricerca di affetto.
Ecco che si è già di fronte ad un bambino insicuro.
Un’emozione non è negativa per il suo contenuto ma per una sua scarsa elaborazione ed in questo senso è fondamentale prima il contatto, visivo e tattile, poi il dialogo da parte dei genitori ma soprattutto da parte della mamma.
Il piacere di vivere stimola la creatività e l’espansività, e la creatività accresce la gioia e il piacere di vivere
Alexander Lowen
Dinieghi, talvolta anche inconsci, da parte della mamma possono trasformarsi in tensioni croniche attraverso le quali il bambino e dopo l’adulto, cercherà sempre di contenere la propria sofferenza. Sono tensioni che non permettono il libero fluire dell’energia fisica ed emozionale, che costringono il corpo alla chiusura in se stessi e al mondo.
Per questo l’esercizio corporeo bioenergetico fu pensato dal suo ideatore Alexander Lowen come fase di cura di se stessi, al fine di conquistare libertà del corpo e libertà espressiva. Il bambino, attraverso l’esercizio corporeo bioenergetico veicolato con il gioco, può muoversi in uno spazio espressivo protetto entro il quale mettere in scena le sue paure e difficoltà e allo stesso tempo superarle, sperimentandosi nella relazione con se stesso e con gli altri, in una dimensione dove può entrare in contatto con la propria realtà corporea ed emotiva.
Il bambino non sarà più insicuro ma consapevole del suo ruolo nel mondo e imparerà come avere cura di sè.
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